Monday 27 July 2009

Il noleggio batte la proprietà

Possedere le cose non ha più senso, scrive Kevin Kelly. Perché comprare qualcosa se posso avere gli stessi vantaggi con l'affitto e la condivisione?

Uso strade di cui non sono proprietario. Ho accesso al 99 per cento delle strade e delle infrastrutture del mondo, tranne qualche eccezione, perché sono pubbliche. Chiunque le può usare perché c'è qualcuno che paga le tasse.

Le strade del mondo sono a tutti gli effetti al mio servizio come se ne fossi il proprietario. Anzi, meglio: non devo preoccuparmi della loro manutenzione. Anche internet è un bene comune. Posso usarlo in qualunque momento, con estrema facilità.

Probabilmente molto presto non saremo più proprietari di dischi, libri o film. Avremo invece accesso a tutta la musica, a tutti i libri e a tutti i film pagando una tassa o un abbonamento. Non dovremo comprarli, ma potremo leggerli o ascoltarli quando vogliamo, scaricandoli dalla rete.

Per molte persone questo tipo di accesso immediato e universale è meglio della proprietà: nessun problema di accumulo, smistamento, archivio, pulizia. I prodotti digitali sono beni condivisibili e senza padrone. Anzi, in un mondo di bit la proprietà stessa diventa uno sforzo collettivo: più che la proprietà conteranno l'uso e il controllo.

Non si può possedere un'idea come se fosse un lingotto d'oro: un'idea, infatti, non vale nulla se non è condivisa. Più è al servizio di tutti, più acquista valore. Ma se non ha un proprietario, chi ne ricava qualcosa?

Nel nuovo sistema sociale gli utenti dovranno assumersi molti dei compiti che un tempo spettavano ai proprietari. E dunque, in un certo modo, l'uso diventerà proprietà.

Oggetti gratuiti
Il nostro senso della proprietà è curioso. Se compriamo un libro in pdf, pensiamo che quel libro ci appartenga. Se invece lo scarichiamo gratuitamente non abbiamo l'impressione che sia nostro.

Possedere una copia sembra meno importante che comprarla, per questo le cose gratuite non ci fanno sentire veramente proprietari. I regali invece, che per chi li riceve sono gratuiti, aumentano il nostro senso della proprietà perché li valutiamo in base al "costo di sostituzione", cioè a quanto ci costerebbe comprarli.

Se un prodotto ha un valore di mercato pari a zero non abbiamo l'impressione che ci appartenga. Quindi, più l'economia gravita intorno al concetto di gratuità, meno forte è la percezione del possesso.

Condividere è un po' come affittare. Potremmo dire che la sharing economy, l'economia della condivisione che sta emergendo dai social media, è un'economia dell'affitto. Per guardare un film alla pay tv in realtà dobbiamo noleggiarlo.

Non ne diventiamo proprietari ma paghiamo per prenderlo in prestito. Però non ci sembra un affitto perché non c'è uno scambio tangibile di beni come succede con l'affitto di un dvd. Ma quando la nostra videoteca ci farà scaricare i film in formato digitale sarà pur sempre un affitto.

Con i prodotti digitali non diciamo "affitto" perché associamo questa parola agli oggetti e non ai servizi. Affittiamo uno smoking, non un servizio internet. Ma affittare significa condividere il costo della proprietà con un gruppo. La proprietà legale è della società che offre qualcosa a noleggio, ma la proprietà effettiva (la proprietà d'uso) è nelle mani del gruppo che paga per usare un bene o un servizio.

In un contratto di affitto, l'affittuario gode di molti dei vantaggi della proprietà, ma senza bisogno di un capitale iniziale e senza spese di manutenzione.

Naturalmente gli affittuari hanno anche degli svantaggi: non hanno tutti i benefici della proprietà, come il diritto di modifica, l'accesso a lungo termine o la possibilità di ricavare un profitto in denaro.

Proprietà e affitto sono nati praticamente insieme, e oggi si può affittare quasi tutto: l'affitto delle borse da donna, per esempio, negli Stati Uniti rappresenta un mercato da nove miliardi di dollari.

La borsa di uno stilista famoso può costare anche 500 dollari, ma si può noleggiare per 30 o 60 dollari a settimana. La proprietà condivisa funziona in particolare quando l'uso è a breve termine. E per molti degli oggetti che useremo in futuro, il breve termine sarà la norma.

Beni di lusso
Dal momento che si progettano e si fabbricano nuovi oggetti, ma le ore a disposizione per usarli sono le stesse, abbiamo sempre meno tempo da dedicare a ogni singola cosa. In altre parole, in futuro i beni e i servizi ci serviranno per poco tempo e saranno sempre più candidati al noleggio e alla condivisione.

Quando hai una borsa alla moda potresti avere bisogno di nuove scarpe, gioielli e sciarpe, che a loro volta si possono noleggiare. È un fenomeno che non riguarda più solo la moda femminile. Il mercato per il noleggio di beni di lusso è in crescita. Oggi possiamo avere orologi costosi, barche, porcellane pregiate e opere d'arte per un periodo limitato, prendendole in affitto.

Anche gli oggetti più economici hanno una lunga storia di noleggio: mobili, lettini per bimbi, sedie e tavoli pieghevoli, arnesi da costruzione, tende per ricevimenti, strumenti per il fai da te e apparecchiature sanitarie possono essere prese in prestito in dodicimila società di noleggio solo negli Stati Uniti.

Leasing, licensing, abbonamenti sono tutti tipi di proprietà condivisa. In generale, affittiamo per un breve periodo e facciamo un leasing per un periodo più lungo: noleggiamo un'automobile per una settimana e la prendiamo in leasing per due anni.

Il leasing è un affitto con diritto di riscatto: pagando regolarmente una certa somma, diventiamo proprietari una volta raggiunta la cifra che corrisponde al prezzo d'acquisto. Le famiglie a basso reddito spesso ricorrono all'affitto con diritto di riscatto (a tassi di interesse altissimi) di mobili e attrezzature che altrimenti non potrebbero permettersi.

Tecnicamente un mutuo ipotecario è un tipo di contratto di affitto con diritto di riscatto in cui la proprietà è trasferita all'affittuario quando comincia a pagare le rate. La tendenza più recente della proprietà condivisa di beni materiali è la proprietà frazionata. È simile alla multiproprietà, ma con privilegi e responsabilità tipici della proprietà unica.

Gli accordi più comuni di proprietà frazionata possono concedere a un comproprietario un certo numero di ore di volo su un jet privato, la possibilità di guidare un'automobile da corsa per cinquemila chilometri all'anno o quella di trascorrere un numero limitato di giorni in una villa. In questo modo è anche possibile condividere la proprietà di una squadra di calcio, di un cavallo da corsa o di una vigna.

Un sito web creato per promuovere la proprietà frazionata dei beni di lusso la descrive così: "È il modo ideale per realizzare il massimo guadagno dal vostro investimento, acquistando solo le quote o il tempo di cui avete bisogno. Tutti gli altri aspetti, sia i vantaggi sia i costi, sono distribuiti tra un numero limitato di soci".

Seminterrato virtuale
Il difetto del noleggio dei beni materiali è che si tratta di un gioco a somma zero: solo uno vince. Se prendo in affitto la tua barca non può farlo nessun altro. Se ti affitto una borsa, non posso affittare la stessa borsa a qualcun altro.

Per rimediare a questo difetto bisognerebbe comprare più barche e più borse, ma i beni immateriali e i servizi funzionano in modo diverso: puoi affittare lo stesso film a tutti. La curva della condivisione dei beni immateriali è sempre in crescita.
La possibilità di condividere qualcosa su larga scala senza diminuire la soddisfazione del singolo utente fa crollare il costo dell'uso. All'improvviso la proprietà perde importanza.

Perché possedere qualcosa quando si ottiene lo stesso vantaggio dall'affitto, dal leasing, dalle licenze d'uso e dalla condivisione? E, cosa ancora più importante, perché farsi carico di un bene se potete accedervi in modo immediato, continuo e durevole? Se viveste nel più grande noleggio del mondo, a cosa servirebbe essere proprietari di qualcosa?

Potendo prendere in prestito tutto, aumentano i vantaggi e diminuiscono i problemi. Se ci fosse un noleggio magico, dove tutta la merce fosse immagazzinata in un seminterrato virtuale, basterebbe nominare un articolo per farlo apparire immediatamente.

Modifica e controllo
Internet è questo noleggio magico. Il suo seminterrato virtuale è infinito. Esistono sempre meno ragioni per essere proprietari di qualcosa. Attraverso l'accesso illimitato chiunque può procurarsi un bene o un servizio rapidamente, come se lo possedesse.

La qualità delle cose è identica a quella di cui si potrebbe essere proprietari, e a volte si può ottenere quello che ci serve più velocemente. L'accesso è talmente superiore alla proprietà o al possesso che sarà il traino dell'economia immateriale.

L'ostacolo principale alla trasformazione della proprietà in accesso illimitato è la questione della modifica e del controllo. Nei sistemi tradizionali solo i proprietari hanno il diritto di modificare o controllare le cose di loro proprietà. Il diritto di modifica non viene ceduto con il noleggio, il leasing o con le licenze d'uso. Invece questi diritti sono trasferiti con le licenze open source, che per questo motivo oggi sono sempre più diffuse.

La possibilità e il diritto di perfezionare, personalizzare e tenere per sé ciò che è condiviso sarà un elemento fondamentale nella crescita dell'accesso illimitato. Ma dal momento che la possibilità di modificare è sempre più ridotta nella proprietà tradizionale (pensate a quelle garanzie vincolanti), la proprietà perde valore.
La tendenza è evidente: l'accesso sbaraglia il possesso. L'accesso è meglio della proprietà.

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